Riflessologia plantare
Sfrutta la sollecitazione di aree specifiche del piede per ristabilire l’equilibrio del corpo.
INTRODUZIONE
Che cos’è la riflessologia plantare?
La riflessologia è un trattamento basato sul principio che nei piedi sono facilmente individuabili zone riflesse corrispondenti ad ogni struttura fondamentale del corpo sia essa osso, muscolo, ghiandola o organo, vedi ad esempio cistifellea, ipofisi, trapezio o colonna vertebrale.
La riflessologia permette di localizzare molto rapidamente in quale parte del corpo è presente un disturbo e grazie al trattamento favorire il ripristino della corretta funzionalità.
LA FUNZIONE
7 domande per chiarirti le idee
01. Come si fa la riflessologia?
Si fa riflessologia andando a stimolare con le dita tutti i punti riflessi del piede ma non solo.
Dietro ad una seduta di riflessologia c’è uno studio molto accurato non solo delle zone riflesse e dei meridiani energetici che percorrono tutto il nostro corpo ma anche delle caratteristiche individuali del paziente lette basandosi sui pilastri della Medicina Tradizionale Cinese MTC.
I punti che vengono trattati con l’agopuntura ad esempio, appartengono ai meridiani ed è possibile intervenire su di essi sia con le dita che con strumenti come la moxa o lo stilomass, senza dover necessariamente utilizzare aghi.
02. Che scopo ha la riflessologia?
Lo scopo principale della riflessologia è dare uno stimolo al corpo verso l’autoguarigione, facendo innanzitutto percepire dove c’è una disfunzione per poi concentrare l’attenzione mia e del paziente su quel punto e come ripete sempre il mio maestro, inviare un messaggio all’organo o struttura corrispondente.
Molto spesso anzi direi quasi sempre, il problema è molto lontano da dove il sintomo viene percepito.
Altra ragione molto valida per sottoporsi ad una seduta di riflessologia è fare prevenzione, cioè individuare un disequilibrio a livello organico, psicosomatico o energetico prima che appaia il minimo sintomo.
03. Quali sono gli strumenti utilizzati nella riflessologia?
Lo strumento principale sono le mani del terapista ma molto spesso si utilizzano anche lo stilomass, il martelletto cinese, la moxa o le coppette, a seconda dell’obiettivo del trattamento e della dimensione del punto da trattare.
Per fare un esempio lo stilomass è uno strumento di metallo con la punta sottile, stondata e retrattile, che permette di agire su uno spazio anche di un millimetro ed è spesso utilizzato su punti che si trovano ad un angolo ungueale, dove difficilmente un dito potrebbe arrivare a dare la perfetta e puntiforme stimolazione.
04. A chi si rivolge questo tipo di trattamentoe a chi può servire?
E’ un trattamento del tutto naturale, che non ha alcun tipo di controindicazione e si può utilizzare a tutte le età, per svariati tipi di disturbi ma non solo. Dandomi la possibilità di capire dove esiste un blocco nel corpo, mi permette di andare ad intervenire su strutture che sono in questo momento sofferenti.
Nel momento in cui dovessi riscontrare dolore alla pressione sul punto riflesso ad esempio del fegato, ciò non deve comunque allarmare, non significa infatti che ci sia già una patologia che riguarda l’organo, ma semplicemente quella struttura non è in questo momento in perfetto equilibrio e quindi posso andare ad intervenire anche molto prima che la situazione degeneri.
05. Su cosa si va a lavorare?
Vi sono settemila duecento terminazioni nervose in ogni piede e quindi lui è la star del trattamento ma a seconda delle esigenze del paziente, degli eventuali sintomi già manifestati e del riscontro ottenuto dal trattamento delle zone riflesse, vengono coinvolti pure i punti dei meridiani energetici che si trovano in tutto il resto del corpo.
06. Che effetto fa?
La riflessologia del piede altera il flusso di energia del corpo, aiutando a rimuovere i blocchi e a ristabilire l’equilibrio. Alla fine del trattamento ci si può anche sentire leggermente scombussolati ma è una sensazione temporanea.
Del resto quale altro trattamento ci permette di trattare tutto il corpo in una sola seduta trattando punti così ravvicinati tra di loro? Ovviamente il trattamento viene dosato rispettando i punti dolenti su cui certo si va ad insistere un pochino ma sempre nei limiti di tolleranza del paziente.
07. Come è strutturata una seduta? Quanto dura?
La prima seduta è in genere quasi totalmente dedicata alla valutazione. Certo se il paziente si presenta con un problema specifico, sarà più facile indirizzare il trattamento ed il ragionamento approfondito che sta dietro la scelta dei punti da prediligere.
Mentre se lo scopo del trattamento è la prevenzione, dopo aver considerato tutti gli aspetti visibili e di consistenza e posizione del piede, si andrà a fare una rapida sollecitazione dei principali punti riflessi per capire dove è necessario andarsi a soffermare.
La durata della seduta è mediamente di un’ora ma può servire più o meno tempo a seconda dell’obiettivo da raggiungere.
DURATA DEL PERCORSO
Quanto dura un ciclo di sedute?
In linea di massima è più che sufficiente una seduta alla settimana, a maggior ragione se il trattamento ha carattere preventivo.
Il numero di sedute poi dipende dall’entità del disturbo lamentato, da quanto tempo è presente e comunque anche dalla risposta soggettiva al trattamento quindi impossibile da definire a priori.
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